"Non è per sempre" degli Afterhours è la nostra "Bittersweet Symphony" italiana?
- Vittoria Pinato
- 24 nov 2023
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 29 ott 2024

Nata 24 anni fa, eternamente attuale È il 1999 quando viene pubblicata “Non è per sempre” degli Afterhours.
Una canzone che ha dell’universale, un inno generazionale diretto a una società troppo calcolatrice, fatto di parole che muovono dentro e dipingono un ritratto fedele di chiunque le ascolti. Sono trascorsi 24 anni da allora, e nonostante ciò continua ad essere contemporanea e azzeccatissima ai nostri giorni.
«E giochi a fare Dio, manipolando il tuo DNA»
Quante sono le volte che finiamo per non darci ascolto, quante volte ci siamo bloccati per paura del giudizio, e quante volte ci siamo rivelati per chi non siamo?
E quante altre volte ancora ci troviamo intrappolati in un labirinto di calcoli e pianificazioni eccessive, dimenticando che gran parte della bellezza risiede nell'imprevedibilità degli eventi. E così l’emozione che nasce dal seguire il flusso del presente, giorno dopo giorno, dovunque ci conduca, si perde nella frenesia di una, fin troppo, programmazione calcolata.
«So che hai fame»
Questo pezzo risuona come un chiaro richiamo a riconoscere il nostro appetito autentico.
Ci urla addosso "so che hai fame". Una fame dettata dal desiderio profondo di esplorare la propria autenticità e di seguire gli istinti, che emerge quasi come fosse una necessità vitale. Un invito, dunque, a spezzare le catene dell'omologazione, ad abbandonare la corsa frenetica verso “l'efficacia e la razionalità”, a concedersi all’ascolto del proprio sé più profondo. Un inno all'autenticità e alla gioia che può derivare dal seguire il proprio vero sentire sempre, anche quando va controcorrente.
Cosa può ancora può stupirci?
Ci possiamo ancora meravigliare se finiamo sempre per calcolare tutto?
Proviamo a lasciare più spazio all’impulso. Ad accettare il segnale, “quello che ti può cambiare”. L’apparente contraddizione del cambiamento può portarci a una versione di noi stessi più autentica e fedele a chi siamo. Per davvero.
Le versioni cantate più belle (secondo me) 1. Manuel Agnelli a Musicultura 2022